La scuola dei disoccupati

di Joachim Zelter
edizioni isbn

http://www.isbnedizioni.it/index.php?p=edizioni_libro&book=44&type=1

come potete leggere nella pagina di recensione on line, il sunto è il seguente:
Germania anno 2016. Quel che resta della locomotiva d'Europa è una terra desolata, oppressa da dieci milioni di disoccupati. Per sanare questa piaga nasce SPHERICON, il campus-lager per disoccupati. I fortunati ammessi sono addestrati da martellanti istruttori english speaking, scrivono curricula, simulano telefonate e spulciano necrologi per proporsi alle aziende dove è morto qualcuno.

Io mi sento di aggiungere che è un libro agghiacciante nel suo essere drammaticamente plausibile.
La descrizione della scuola è fredda e distaccata e per questo sembra mettere sotto un neon luminoso e spietato tutti i fatti e i meccanismi psicologici che descrive.
Capita anche oggi, ogni giorno, in ogni corso di formazione aziendale, in ogni giornata di team building o simili, in ogni obbligata gita, cena, festa aziendale, in ogni colloquio di lavoro, selezione e verifica del personale, in ogni ingranaggio finalizzato all'affiliazione quasi familiare, senza dubbio affettiva, alla "famiglia azienda": l'apparato lavoro penetra nel privato, nel personale, negli affetti, nella psicologia e in mille altri campi che non dovrebbero appartenergli nemmeno lontanamente.
L'orrore è anche questo oltre alla precarietà, alla disoccupazione, alla routine, al lavoro medesimo che è orrore già di per sè e che invece diventa valore assoluto.
Lavoro la cui ricerca diventa sinonimo di ricerca della libertà tantè che i disoccupati della nostra scuola non sono e non torneranno ad essere liberi, tentè che nei discorsi dei trainers della scuola rimbomba la frase working is freedom…traducetela in tedesco o in italiano e poi ditemi che cosa vi ricorda…

Ve lo consiglio caldamente. 

This entry was posted in Generale. Bookmark the permalink.